Nonostante la tecnologia continui ad evolversi e i risultati delle installazioni dei componenti edilizi dipendano più dalla buona volontà che dal costo, ci troviamo sempre davanti a delle opere che ci lasciano basiti.
Nella galleria di foto che segue, si potrà rendersi conto di come tutt'ora (anno di installazione serramento 2006) ci siano professionisti, impresari e artigiani, che per opportunità ignorano le norme basi della buona edilizia, fornendo ai loro clienti dei prodotti scadenti e con durata nel tempo molto limitata.
Angolo in altro a destra, con schiuma che termina sul lato verticale, lasciando uno spazio vuoto nella parte superiore dove l'aria umida penetra e si sposta verso l'esterno dove incontra il marmo freddo e l'aria esterna. Lì condensa e forma acqua, che rimane sull'esterno del serramento e nell'intercapedine.
Angolo in alto a sinistra, come sopra, forse l'installatore non era dotato di una semplice scala e non è riuscito a completare la parte alta
elemento verticale di destra, la schiuma sul basso è stata messa in abbondanza, e poi è stata tagliata , facendo perdere quelle poche qualità che poteva avere.
L'aria che usciva dalla parte alta condensava all'esterno, quando incontrava l'aria fredda, formando delle gocce che cadevano sul bancale inferiore. In questa foto si vede la macchia che ha lasciato questo gocciolamento
Orsù dunque, mettiamoci al lavoro e iniziamo a rimuovere quel poco di schiuma che è stato messo, poco e messo male.
Mentre si lavora sugli errori commessi tra telaio e falso telaio, viene sostituito il vetro esistente con uno basso emissivo. Nella piccola intercapedine che rimane tra il vetro e il telaio viene inserita della fibra di canapa, in modo da isolare ulteriormente quel ponte termico con un materiale igroscopico che permette di gestire condense di umidità.
Una volta pulito l'angolo sia tra telaio e falso, che tra falso e muro, viene siliconato lo spiffero tra falso telaio e muro. In realtà l'ideale sarebbe stato mettere un nastro con rete incollato al falso da annegare sotto intonaco nella spalletta del muro, ma in questo caso l'intonaco non viene toccato, quindi si ripiega su un silicone.
Si riempie poi con fibra di canapa l'intercapedine tra falso telaio e telaio, fibra di canapa che ha il compito di isolare termicamente e acusticamente l'intercapedine, e come prima ha la caratteristica di essere igroscopico quindi è in grado di assorbire dell'umidità. Nel caso si dovessero formare piccole quantità di condensa, questa verrà assorbita dalla canapa, che andrà poi a restituirla in ambiente quando le situazioni climatiche si nvertiranno.
Una volta posata la canapa, viene nastrato il tutto con un nastro idoneo, alla protezione degli isolanti, e alla tenuta dell'aria.
Viene nastrata anche la parte interna dell'appoggio della finestra sul marmo per evitare spifferi sulla battuta. Il nastro verrà poi ricoperto con dei coprifili.
Si conclude con la sigillatura esterna, che non era stata fatta dall'installatore originale, per tenere il più distante possibile l'aria esterna dall'aria interna.
L'intervento è stato eseguito da Enrico Pedretti, con l'aiuto prezioso dell'amico Enrico Perricci, titolare di Perricci Serramenti, la fibra di canapa e il nastro forniti dalla Naturalia-Bau